La diffusione del cristianesimo nel territorio fabrianese non è stato tramandato in una documentazione abbondante e sicura. In analogia con le altre zone della penisola, è lecito ipotizzare una infiltrazione graduale del cristianesimo nel tessuto cittadino, nella sua trasmissione cattolica, la conversione delle campagne sarà avvenuta in epoca successiva. Le circoscrizioni episcopali sono definite verso la metà del secolo IV, e pertanto corrispondono alla necessità di coordinare una attività pastorale e missionaria già avviata.
Nell’antica città di Matelica i primi vescovi dei quali si ha notizia furono Equizio (487), Basilio (499) e Fiorenzo (551).
Le origini della presenza cristiana nel fabrianese si rintracciano forse nel municipio romano di Attidium (l’odierna frazione di Attiggio). In seguito alla distruzione di quel borgo nel 410 da parte dei Visigoti, la popolazione si trasferì nel luogo denominato Castelvecchio, nei pressi dell’ odierna chiesa di S. Caterina. Un altro insediamento fu rintracciato dagli scavi archeologici nella località di S. Maria in Campo. Nella Pieve di S. Giovanni Battista in Attiggio erano battezzati i fabrianesi fino al 1253, quando il fonte battesimale fu trasferito in S. Venanzio, per decisione del vescovo di Camerino Guglielmo (1250-1259).
La storia religiosa si identifica parzialmente con quella di Camerino, dalla cui giurisdizione episcopale dipendevano Fabriano e Matelica.
Da Camerino, infatti, proviene il culto del martire S. Venanzio, cui fu dedicata la prima chiesa battesimale di Fabriano, edificata per volontà del Capitolo di Camerino nella prima metà del secolo XI.
L’attuale edificio risale in parte alla ricostruzione trecentesca e nella sua struttura principale alla prima metà del 1600: fu consacrata nel 1663.
La seconda collegiata era S. Nicolò (dal 1450); inizialmente era monastero benedettino (sec. XII).
Di particolare importanza fu la presenza benedettina con numerose abbazie che costellavano tutto il territorio fabrianese e che ebbe il suo apice nella esperienza eremitico-cenobitica di S. Romualdo (+ Valdicastro 1027) e di S. Silvestro Guzzolini (+ Montefano 1267).
Grande diffusione ebbe anche l’esperienza francescana, che dalla vicina Umbria si estese rapidamente nel territorio fabrianese.
I primi Consoli di Fabriano sono riferiti in un atto del 995. La città nel 1234 divenne libero Comune. Una solida cinta di mura castellane fu costruita soltanto nel secolo XIII, mentre si sviluppavano le varie Arti nelle singole università: le fabbrerie, le cartiere, l’industria della pelle e della lana.
Elesse le sue magistrature ed acquistò gradatamente un nuovo volto; si svilupparono nel centro storico cantieri architettonici e pittorici di fondamentale importanza per la nascita di quella scuola artistica che, nel secolo successivo, raggiungerà il suo apice con Allegretto Nuzi e Gentile da Fabriano.
Dal 1378 al 1435 si afferma la Signoria dei Chiavelli, antichi feudatari del contado assoggettati a Fabriano durante la formazione del libero Comune.
Nei secoli XIII-XIV si costruiscono i principali edifici sacri dedicati a S. Agostino (1216), S. Benedetto (1244), S. Francesco (1291), S. Biagio (sec. XIII), dove riposa il corpo di S. Romualdo), S. Caterina (1382), S. Lucia (ca 1365)
A Matelica la prima pieve battesimale dedicata ai santi Bartolomeo e Adriano, risalente forse al secolo VI, fu ricostruita per la prima volta dopo la distruzione della città compiuta dall’arcivescovo scismatico Cristiano di Magonza, capitano dell’imperatore Federico Barbarossa, tra il 1174 e il 1176; la restaurazione fu ultimata nel 1325. La chiesa divenne collegiata nel 1452
Dopo ripetuti interventi presso la Sede Apostolica, con la Bolla “Inscutabili Aeterni” del 1728 di Benedetto XIII si giunse all’istituzione della Diocesi di Fabriano, con la creazione di una propria struttura vescovile inizialmente unita a Camerino, per diventare poi autonoma, unita aeque principaliter a Matelica, nel 1785 con la bolla “Saepe factum est” di Pio VI.
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